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Casseforme per solai: fasi di armatura, disarmo parziale e disarmo totale

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La casseratura dei solai è un processo costruttivo in cui occorre prestare molta attenzione e prendere le dovute precauzioni.

Se lavori nel settore edile e devi iniziare un progetto di costruzione, è importante che studi a fondo il processo di realizzazione della struttura, soprattutto per quanto riguarda i solai.

Cos’è una cassaforma per solai?

La cassaforma è la struttura ausiliaria provvisionale che sostiene il carico dei solai durante la loro realizzazione. È costituita da una superficie di casseratura (fondo dell’impalcato), sostenuta da una struttura resistente. Tale struttura resistente è costituita solitamente da un doppio livello di travi che a loro volta poggiano su elementi di supporto (puntelli o torri multidirezionali), che consentono di posizionare il fondo della cassaforma a una determinata altezza.

La grande varietà di altezze in cantiere rende gli elementi di supporto l’elemento cui prestare maggiore attenzione. Se desideriamo un controllo completo del sistema di cassaforma, occorre porre attenzione alle caratteristiche della puntellazione in ciascuna fase, in base alle diverse altezze e ai carichi agenti.

Quali sono le fasii più importanti nella casseratura dei solai?

Le operazioni principali sono essenzialmente due: Armatura e disarmo.

Armatura: Consiste nel posizionamento della cassaforma prima del getto dei solai, secondo la configurazione relativa al sistema di cassaforma utilizzato.

Disarmo: Consiste nella rimozione dei puntelli e della cassaforma quando il solaio ha acquisito una resistenza sufficiente a sostenere il carico adeguato in quel momento. Il disarmo può essere parziale o totale.

Perché le casseforme possono essere recuperate?

È probabile che ti sia imbattuto in uno strutturista che non ti ha permesso di recuperare nessun componente della cassaforma finché il calcestruzzo non fosse completamente indurito (resistenza a 28 giorni), o in un tecnico che considera il recupero rapido della cassaforma un’operazione critica, solitamente dannosa per la struttura.

La velocità nel processo di costruzione è infatti talvolta vista come un elemento di rischio per la struttura.

 

È davvero così? Scopriamolo!

 

Quando si getta in opera una soletta, si versa del calcestruzzo liquido su una cassaforma che lo contiene e gli dà la forma. Una volta gettato, il calcestruzzo si solidifica e si indurisce, diventando un solido rigido.

Questo processo di indurimento è rapido o lento? La normativa ci dice che in condizioni normali (20 ºC), 3 giorni dopo il getto il calcestruzzo ha raggiunto il 40% della sua resistenza caratteristica finale.

In questo periodo di tempo il calcestruzzo ha smesso di essere liquido e quindi non è più necessario mantenere il fondo della cassaforma, e neanche parte della sua struttura resistente.

Il recupero della cassaforma diventa quindi un’operazione ragionevole, e ci permette di ottimizzare l’uso delle attrezzature in cantiere, riducendo l’utilizzo delle strutture di supporto al solo periodo necessario. 

Quando si approfondisce l’analisi del processo di costruzione, ci si rende conto che il disarmo della struttura non solo non è dannoso per la struttura, ma è necessario e vantaggioso per la costruzione sicura dell’edificio.

Il fatto però che si possa rimuovere la casseratura e disarmare la struttura (parzialmente o totalmente), non significa che lo si possa fare in qualsiasi modo e momento, ma occorre procedere con calcoli e controlli adeguati.

 

Disarmo parziale e totale

Che cos’è il disarmo parziale?

Si tratta di un’operazione di disarmo in cui non viene rimossa tutta la puntellazione nello stesso momento, ma in fasi successive.

In una prima fase, solitamente dopo alcuni giorni, è possibile rimuovere l’intera superficie di copertura della cassaforma e parte della sua struttura resistente, lasciando solo alcuni puntelli come supporto per la soletta, generando così un processo costruttivo di alleggerimento della cassaforma. Poiché la distanza tra i puntelli rimasti (solitamente tra 1,5 e 2,5 mt) è molto più piccola della campata della struttura (solitamente sui 6-7 m), la resistenza richiesta per la soletta è bassa: in genere è il 40% della fck.

È importante notare che quando si esegue il disarmo parziale, la soletta non resta mai priva di sostegno finché non ha raggiunto la resistenza completa a 28 giorni.

Che cos’è il disarmo totale?

È l’operazione in cui si rimuove completamente la puntellazione, lasciando che la soletta resista da sola al peso proprio. Poiché la soletta non avrà più alcun supporto, la resistenza richiesta è superiore a quella del disarmo parziale, ed è stimata come riferimento intorno al 65-70% della fck, in condizioni di carico e temperatura normali.

Negli edifici con piani successivi in altezza, dopo aver realizzato il disarmo totale la soletta riceverà i carichi di altre solette superiori, e quindi è probabile che bisognerà aiutarla con puntelli che resistano al maggior carico che si produce, generando un processo costruttivo di ripuntellazione. Questo sistema di ripuntellazione deve essere mantenuto fino a quando il calcestruzzo non abbia raggiunto il 100% della fck.

 

Quando saremo in grado di eseguire il disarmo totale?

Prima abbiamo indicato, come riferimento, che il valore di resistenza necessario in condizioni normali si aggira intorno al 65-70% della fck, ma il suo valore finale dipende dal calcolo che faremo per le caratteristiche particolari di ogni struttura.

Ti sorprende che non si dica che è necessaria una resistenza al 100% per il disarmo totale?

Non dovrebbe sorprendere: in realtà dovremmo avere il 100% della fck se avessimo il 100% del carico di progetto agente sulla soletta al momento del disarmo totale; ma se il valore del carico agente in quel momento è inferiore, anche la resistenza necessaria può essere inferiore.

In generale, il carico agente nella costruzione è inferiore a quello di progetto perché quando si costruisce si deve tenere conto solo dei carichi di costruzione (il peso delle casseforme, degli operai, etc etc). Mentre solo nell’edificio terminato e messo in funzione saranno presenti i carichi effettivi di progetto: pavimenti, pareti divisorie, altri carichi permanenti etc etc.

Tutti gli autori concordano sul fatto che la resistenza critica per questa operazione è la resistenza a trazione del calcestruzzo e il suo valore dipende dal coefficiente ⍺ che mette in relazione il carico di costruzione che agisce sulla soletta e il suo carico di progetto:

α = QcQd

Dove:

Qc – Carico caratteristico di costruzione (peso proprio della soletta + sovraccarico di realizzazione)

Qd – Carico caratteristico di progetto (peso proprio della soletta + carichi permanenti + sovraccarichi di servizio)

 

Come si giustifica o si calcola il disarmo parziale?

Stay tuned! Te lo spiegheremo nel prossimo articolo!

Architetto dell'ufficio tecnico di Alsina, fa parte del Gruppo da 29 anni. La sua carriera professionale comprende 17 anni di esperienza nella realizzazione di diversi progetti e opere in studi di architettura e ingegneria.
Jordi García Leache
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